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Gaia Mattiuzzi - Laut su La Luna di Alfonso

Perfetta impostazione che sa di studio serio e “classico”, ammirevole controllo dell’emissione, timbro da soprano e una vocalità che spazia in uno spettro assai ampio, Gaia Mattiuzzi firma il suo primo disco da leader con l’energetico avvio diBettellied, che suona come omaggio a Dagmar Krause (o agli autori Brecht e Eisler, a piacimento).

Si prosegue poi per sentieri diversi, ora chiari e lineari, dove la forma canzone è ben leggibile (Harmonie, Morenica), altrove più impervi e liberi (Images of a Wayward Soul, dal repertorio di Nina Simone, qui in una estremamente libera versione, potente e stralunata). Non mancano altresì cadenze quasi swinganti, parajazzistiche con annesso drum solo (Prospectus).

L’appoggio degli strumentisti, pur ridotto all’essenziale, non è solo semplice coloritura al servizio del canto o declamazione che sia, ma si ritaglia ampi spazi come in Ibla Balms, con i soli suoni a disegnare un sotteso omaggio a Emily Dickinson, reso poi esplicito nella successiva The world feels dusty, asciutta ed elegante lettura di uno dei poemi dell’autrice americana musicati da Aaron Copland.

Un lavoro stilisticamente omogeneo nonostante le diverse fonti di ispirazione, in felice e riuscito equilibrio fra silenzio e suono. Un esordio senz’altro notevole, sia per l’eccellenza dei mezzi tecnici della vocalist che per il suo sguardo multidirezionale, testimoniato dall’originalità nelle scelte. Gli autori direttamente ascrivibili al jazz, infatti, sono solo due: Steve Lacy per la già citata Prospectus, e Mal Waldron per la conclusiva Duquillity. Una fresca novità che promette ulteriore maturazione e fecondissimi sviluppi.

1. Bettellied
2. Harmonie
3. Images of a Wayward Soul
4. Morenica
5. Prospectus
6. Ibla Balms
7. The world feels dusty
8. Nightfall
9. Duquillity

Personnel:

Gaia Mattiuzzi – voice
 
Fabrizio Puglisi – piano
 
Cristiano Calcagnile – drums and live electronics
 
Stefano Senni – bass

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