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Matteo Muntoni - Caravaggio su Rockerilla

Caravaggio

Improvvisatore involontario

 

Un capolavoro scoperto per caso. Grazie ancora una volta ai tipi dell’Improvvisatore Involontario che davvero rappresentano una speranza per la nuova musica italiana.

Nelle belle note di copertina, Paolo Fresu scrive – in sostanza – che questo album è una perla nel panorama del jazz italiano. Sulla perla non vi è dubbio, ma definire jazz questa intelligenza compositiva attenta a diversi generi ma di impianto classico, questa grazia estetica nel saper arrangiare … non lo trovo appropriato, fortunatamente.

Trattasi di musica nuova, e sebbene talora un  clarinetto o una acuta chitarra elettrica o un accordo di quinta bemolle o di tredicesima tinga le atmosfere verso un blu riconoscibile, l’impianto di questo album mi ricorda piuttosto l’indimenticabile isola di Ciro Perrino.

Innovare restando ancorati al linguaggio diatonico: ineluttabile propulsione verso una nuova avanguardia. Davvero notevole. Ispirato dalle opere del Caravaggio, dilaniato dai chiaroscuri, dalla terrificante grazia delle forme dell’istante infinito; eppure piacevole, evocativo, emozionale pur restando un’opera raffinatamente intellettuale.

Straordinari musicisti raccolti con piglio progressista attorno a composizioni felici e ispirate. La suite di Caravaggio si tinge di cremisi verso il finale con una straordinaria chitarra dal fraseggio frippiano: irresistibile. Un capolavoro che speriamo porti presto a nuovi sviluppi per il bassista responsabile di tanto genio. Hats Off.

Massimo Marchini

 

 
 

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